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La compagnia dell'anello Valle Maira

L’anello di Colombata

Un’escursione particolarmente bella e un po’ fuori dagli itinerari classici della Valle Maira, ma di grande fascino sia da un punto di vista ambientale che storico culturale. Con il grande pregio di essere adatta a tutte le gambe, in quanto non si devono affrontare salite o discese troppo ripide: si sale e si scende dolcemente per circa 450 mt di dislivello. Un po’ di allenamento comunque ci vuole!

Panorama da Colombata

Verso Punta della Madonnina

L’escursione classica (Punta della Madonnina) può partire da Lausetto, che si incrocia subito dopo Acceglio (dopo frazione Villar a destra), oppure proseguendo, direttamente nel piccolo borgo di Colombata (1585 m), qualche km più su, dove c’è uno slargo dove lasciare la macchina. (Noi l’abbiamo messa lì).

Da qui si prende l’unica strada asfaltata che sale dolcemente e prosegue per circa un km fino ad incontrare il ponte sul rio Mollasco, che si attraverserà seguendo le indicazione per il Sentiero Prando. Da qui l’asfalto lascia spazio a una comoda mulattiera che si arrampica dolcemente e tra una curva e l’altra lo sguardo corre verso lo spettacolare panorama dell’Alta Valle Maira. Lungo il percorso si incontrano diverse grange (case/ ruderi tipici) fino a raggiungere dopo circa 90 minuti un bivio e la segnaletica ci indica di proseguire a destra dove, dopo un quarto d’ora, procedendo ormai in piano si raggiunge la punta della Madonnina (1965 m) – uno sperone roccioso, splendido punto panoramico rivolto verso Acceglio, il vallone di Unerzio e il vallone di Traversiera.

La compagnia dell’anello colpisce ancora!

L’escursione finirebbe qui (tempo impiegato due ore per la sola andata) ma noi, catturati dalla silenziosa bellezza del luogo e incuriositi da una chiesetta che si intravede in lontananza ci diciamo: «chissà che la strada non porti lì e poi in qualche modo si riesca a tornare indietro… in fondo siamo o non siamo la compagnia dell’anello!». Scherzi a parte, in montagna non bisogna mai avventurarsi troppo… ma alla partenza avevamo visto una strada che scendeva proprio dall’altra parte del ponte, all’imbocco della nostra escursione. L’idea era che raggiungendo quel tracciato si potesse chiudere l’anello.

Un gruppo di escursionisti del luogo incrociati poco dopo ci confermano che l’anello è fattibile, anche se non segnalato, basta camminare ancora un po’.

La Cappella rispunta lungo il percorso

La Cappella della Madonna delle Grazie

Tornati al bivio imbocchiamo la parte sinistra della mulattiera inoltrandoci in una valle meravigliosa e molto ventosa, siamo quasi a 2000 metri, è gennaio ma la neve si è quasi tutta sciolta, a parte in qualche passaggio che ci impegna un po’. Procediamo più lentamente, ma si va bene anche senza ciaspole o ramponcini.

Superata grangia Ponza, l’itinerario non è più segnalato ma si continua leggermente in salita fino ad incontrare dei lavori in corso (una strada in costruzione). È la strada che bisogna imboccare, lasciando quella che si stava percorrendo che invece continua in salita. In circa 45 minuti si raggiunge la Madonna delle Grazie (2000 mt), antico luogo di culto edificato intorno al 1720 grazie al supporto economico di alcune famiglie del luogo “eretta per tenere lontane le schiere degli invasori”, si legge fuori dall’edificio.

Immersi nel silenzio, ad esclusione del vento che soffia incessante, con lo sguardo che spazia tra le montagne delle valle… qualcuno potrebbe anche trovare la fede! Chissà…

Si chiude l’anello

È anche il tempo di una pausa, sono quasi tre ore che camminiamo e quei tavoli e panche di legno fanno proprio il caso nostro. Mangiamo, salutiamo gli altri escursionisti che avevamo lasciato indietro e ci hanno raggiunto e proseguiamo lungo l’unica strada che sempre in discesa ci fa sbucare sul ponte dal lato opposto da dove si era partiti.

La strada dopo qualche chilometro (dalla chiesa) diventa asfaltata e procede agevolmente fino a Colombata. Noi abbiamo impiegato poco meno di un’ora mezza.

In estate è possibile raggiungere la Cappella anche con la macchina (per fuori strada), in inverno invece è percorribile solo a piedi. Il percorso dell’andata invece è solo su mulattiera. 

Ponte che si incrocia poco dopo l’inizio della discesa sulla via del ritorno

Località di partenza/arrivo: Colombata (da Dronero proseguire verso Acceglio e poi girare verso Lausetto e poi continuare verso Colombata, la strada è stretta ma tutta asfaltata).

Durata: 4 ore 30 minuti senza soste circa per l’anello; per raggiungere Punta della Madonnina 2 ore, solo andata e ritorno sulla stessa strada

Dislivello: 450 mt circa

Percorso parzialmente segnalato 

Escursione fatta il 4 gennaio 2022

Per effettuare il percorso si consiglia di consultare guide e siti locali per essere aggiornati sulle condizioni del tracciato.

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La compagnia dell'anello

L’anello di Murta

Facile e non troppo impegnativo, si chiude se si resiste alla tentazione delle ottime trattorie lungo il percorso (lo dico per esperienza)

Si tratta di una sgambata veloce: una mezza giornata basta e avanza!

Si parte da Murta (o da Bolzaneto, noi siamo saliti in macchina fino alla chiesa di Murta dove abbiamo posteggiato, altrimenti ci arriva il bus 74, dove poi si tornerà dopo circa quattro ore, a seconda del passo e delle soste, noi (tre ore e mezzo).

Chiesa di Murta

Dalla chiesa si sale e si oltrepassa la Trattoria da Marietto (per fortuna era chiusa perché si mangia molto bene e la tentazione sarebbe stata forte) si prosegue sempre in salita fino a raggiungere l’ultima casa. Il percorso inizia a un bivio dove cartelli indicano la possibilità di raggiungere il Colle di Murta sia dal sentiero di sinistra che di destra. Consiglio quello di sinistra che parte in leggera salita e prosegue così per un’oretta, a tratti il sentiero è un po’ sconnesso, per questo è preferibile farlo in salita… 

L’Asosto di Bigiae

Dopo poco più di un’ora, si incontra uno strano monumento rurale: è l’Asósto di Bigiæ che grazie a una recente ristrutturazione è stato riportato al suo fascino originale dal CAI Bolzaneto. La forma è quella di un trullo, le sue origine sono incerte, ma si pensa che servisse da riparo per cacciatori e viandanti che avevano come meta il Santuario mariano.

Intorno il paesaggio brullo del primo entroterra, se si alza lo sguardo si incontra il santuario della Madonna della Guardia, si prosegue sempre lungo il sentiero fino a incrociare la strada che porta a Scarpino e poco dopo si raggiunge Colla di Murta. Si fa qualche metro sull’asfalto per poi tornare nel verde:  un cartello indica di proseguire e chiudere l’anello tornando dove si è partiti. Il tragitto è più breve circa un’ora e venti e piuttosto pianeggiante, il paesaggio è molto diverso, brullo all’inizio con pochi alberi poi si entra nel bosco e si scende piano piano fino alla Cavalla di Murta.

Se si ha tempo quando si è sull’asfalto, in localita Scarpino, si può proseguire ancora qualche minuto a piedi per raggiungere Lencisa, dove si può fare una pausa pranzo (notevole, ci sono due ristoranti che vale la pena provare) oppure si può proseguire, allungando decisamente il percorso, verso la Madonna della Guardia che si raggiunge in circa 40 minuti (una salita non male).